NON BUTT-ARTI VIA!

Offrire una seconda possibilità non solo agli oggetti ma anche alle persone. O meglio: educare le persone, nello specifico i tossicodipendenti, a darsi una seconda possibilità. Questo è l'obiettivo principale di Non buttARTI via, laboratorio di riciclo creativo dei materiali di scarto avviato presso la sede di Conca d'Oro-Palagiano (TA) della Comunità Airone.


Al centro dell’esperienza sta l’idea di riabilitare materiali di scarto attraverso l'attività del riciclo creativo. Il processo che viene attivato da questo lavoro è terapeutico nel senso che, all’inizio del lavoro i materiali di scarto si sovrappongono alle forme d’identità della persona, emarginata a causa della sua problematica di dipendenza da sostanze. Nella storia della persona dipendente, infatti, affiorano facilmente vissuti ed esperienze che li hanno condotti in una condizione di marginalità a livello sociale, tanto che lo stato emotivo che fa da sfondo sembra essere quello del sentirsi "sbagliati" e quindi "inutili", "come da buttare". Il lavoro manuale con i materiali di scarto in vista della realizzazione di un nuovo oggetto infonde fiducia e apre il varco ad un nuovo modo di percepire se stessi che permette anche la progressione dell'individuo oltre l'idea di sè come elemento emarginato dal contesto sociale. 

Lo scopo è quello di sperimentare il recupero degli oggetti come strumento di recupero, ricostruzione e riabilitazione personale. Il laboratorio diventa un luogo privilegiato di esperienza di sé e di sperimentazione di possibilità, diventando la metafora della capacità personale di decidere e di trasformare la propria vita, ossia di plasmare il proprio destino, recuperando la fiducia in sé stessi. I lavori con oggetti di scarto aiutano quindi lo sviluppo di una consapevolezza progressiva: attraverso la creatività, anche gli oggetti che appaiono inutili possono essere tramutati in espressività imprevedibile, in visione inaspettata.


Questo laboratorio è funzionale ad aiutare la persona tossicodipendente a cambiare la percezione di sé e del mondo, incoraggiandola ad immaginare altre modalità di esistere. Si tratta di una vera e propria "educazione dello sguardo", uno sforzo e un allenamento a cogliere il bello in ciò che sembra inutile, a vedere nel rifiuto una risorsa, a "stare con quello che c'è". 

Sono tre gli aspetti salutari del riciclo inserito nel progetto Non buttARTI via

  • recupero;
  • riparazione;
  • integrazione.
Tramite questo processo, la persone riesce ad elaborare in gran parte per via spontanea nuove possibilità e punti di vista sulla propria vita, proprio come fa con la vita degli oggetti ritenuti inutili. 

Il recupero è assimilabile a un processo di riappropriazione: si recupera l’oggetto o il materiale e, nell’ambiente protetto della relazione con il gruppo, si recupera anche la sensazione o il sentimento che ci fa affiorare, questo sentimento opportunamente analizzato ed espresso creativamente, apre le porte alla fase della riparazione o anche della ricollocazione dei vissuti profondi disfunzionali. 

La fase conclusiva del processo è quella di integrazione, che rielabora la ricollocazione integrando gli aspetti disfunzionali, accettati e riconosciuti nella nuova situazione

Quindi il riciclo creativo riesce a mettere in relazione: scarti e creatività con emozioni. Il riciclo, dunque, come metafora del recupero di sé e della trasformazione delle proprie parti "da scartare" in qualcosa di diverso, di nuovo, di funzionale. Sostanzialmente, come metafora del cambiamento e del darsi una seconda possibilità.

Dott.ssa Monica Bonavoglia